Il mio augurio è che tu possa…

Il mio augurio è che tu possa…

Che tu possa dire ciò che sai e ascoltare ciò che non sai. 

Che tu possa esserci con la leggerezza di un bambino e la pesantezza di un pensatore.

Che tu possa gareggiare solo con il te stesso di prima, perché la vera sfida è “crescere e migliorarsi” e non “essere migliori di…”.

Che tu possa avviare una qualsiasi abitudine, mantenerla per un po’ e, ogni qualvolta lo vorrai, ricominciarne altre completamente diverse.

Che tu possa apprezzare il piacere del “poco per volta” e accantonare il “tutto e subito”; un poco per volta si conoscono le persone, ci si adatta all’ambiente, si acquisisce un’abilità, si esplora un luogo, si accetta, si sopporta e si supera un dolore.

Che tu possa tentare e ritentare tutte le volte che lo ritieni necessario per non avere rimpianti.

Che tu possa conoscere le tue paure e, pian piano, affrontarle.

Che tu possa avere più progetti e meno aspettative. L’aspettativa, infatti, è un’illusoria e passiva attesa; il progetto è intenzione e azione.

Che tu possa comprendere che il tuo giudizio sull’altro o su una qualunque situazione, non sarà mai del tutto corretto, ma sarà filtrato dai tuoi sensi, dai tuoi pregiudizi, dal tuo umore, dai tuoi ricordi sbiaditi e dalle poche informazioni a te giunte. Non prendere troppo sul serio le parole che vagano nella tua mente, spesso sono solo parole insignificanti. E non prendere troppo sul serio le parole degli altri, a volte sono solo suoni per riempire i vuoti.

Che tu possa mettere da parte i “sempre” e i “mai”, due termini spesso pericolosi (ma non sempre); due parole – sempre e mai – che possono rovinare le relazioni, appesantire gli umori, ingannare le memorie e inquinare gli animi.

Che tu possa cogliere l’incanto di ogni istante, rammentare ciò che è stato e sperare per ciò che sarà, senza lasciare che queste tre cose si perdano in un eterno presente in cui, da uomini, si diventa automi inerti, travolti da una tormentosa angoscia.

Che tu possa mantenere la tua unicità e, allo stesso tempo, sentirti parte dell’Infinito.

Auguri.

di Virginia Avveduto


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